Rodriguez e Joaquin, due “testate” da KO al Milan di Inzaghi.

Stefano Minini 17 marzo 2015 0 1.357 Visite Totali
Rodriguez e Joaquin, due “testate” da KO al Milan di Inzaghi.

Termina nel peggiore dei modi la trasferta del Milan a Firenze. I rossoneri dopo essere passati in vantaggio con Destro, abile a sfruttare un tiro “sporco” di Bonaventura, si fanno rimontare dai colpi di testi di Gonzalo Rodriguez e Joaquin perdendo così la loro ottava partita in campionato.

Quello di ieri non è sembrato un Milan in grave crisi, se non nella paura di vincere sfociata in una sciagurata gestione dei minuti finali di gioco. Il demerito principale, neanche a dirsi, è di Filippo Inzaghi che, nel tentativo di proteggere il risultato (così anche a Torino), chiede un abbassamento eccessivo del baricentro di gioco. Così facendo, i rossoneri rinunciano a ripartire, dandosi in pasto ad una Fiorentina padrona assoluta del campo nei minuti finali.

Anche la gestione dei cambi è poco comprensibile, il primo avviene infatti all’80’ con Cerci che subentra ad uno spentissimo Honda. Ora, con un Milan apparso più volte stanco nel corso della seconda frazione di gara, non era forse meglio cambiare con anticipo e provare a chiudere il match, anziché aspettare e farsi cuocere a fuoco lento dalla Fiorentina di Montella? Risposte che persino Inzaghi fatica a dare.

Nel complesso, come citato in precedenza, non è stato un brutto Milan. Prima frazione giocata molto bene, specie i primi 20 minuti in cui è mancato solo il goal alla squadra di Pippo. Meno bene nel secondo tempo anche se dopo aver trovato il goal con Destro la partita poteva essere facilmente portata a casa. Invece, i dettagli elencati prima non hanno consentito al Milan di riuscire a fermare la Fiorentina, al Franchi, per l’undicesimo anno di fila. La prestazione avrebbe meritato un pareggio, anche se Inzaghi, dimostratosi un po’ distaccato dalla realtà, ha affermato che anche la X sarebbe andata molto stretta alla sua squadra. Forse, caro Pippo, è meglio lavorare sugli aspetti negativi visti in campo, tralasciando chi avrebbe meritato, anche perché a fine stagione il tutto sarà ricordato come 2-1 per la Fiorentina, senza se e nemmeno ma. Dalla prova di ieri Inzaghi ne esce anche con delle certezze in più. In primis Paletta, prestazione da vero leader difensivo quella di ieri; poi anche Van Ginkel, il quale ha solo bisogno di fiducia, Bonaventura e Destro, oltre al più collaudoto schema di gioco 4-3-3.

Qualche piccolo passo avanti si è intravisto, e ovviamente la dirigenza ha confermato la fiducia ad Inzaghi. Alla fine della stagione mancano 12 partite, ed a meno di clamorosi stravolgimenti SuperPippo la terminerà sulla panchina del Milan. Ma l’eroe di Atene ne è conscio, e nonostante le sue parole in conferenza – “voglio restare 20 anni” – sa benissimo che l’anno prossimo non sarà lui a guidare il Milan.