Usmate Velate (MB) – “ Notte di bombardamenti, notte che non sa”……“Nina abita a Trastevere lo aspetterà, mentre lui sta a San Lorenzo e la raggiunge in tram e quando l’odio della guerra aumenterà soltanto Nina riuscirà a portalo via”. “Saper scrivere è anche saper ascoltare una canzone”. “La divisa d’artigliere e una fotografia”. Non è una notte di bombe, trincea e fango ma forse anche peggio. Chi scrive è cresciuto con i racconti della sua nonna che durante i bombardamenti si rifugiava nelle gallerie e quando lo ricordava i suoi occhi brillavano. In questi giorni non luccica nulla ed anche il sole quando splende in cielo fa quasi paura. Il sole però non si odia mai. Anche se non puoi vederlo c’è. Un sentimento nuevo ci tiene alta la vita : dobbiamo lottare e conquistare il nostro futuro e di chi verrà dopo di noi. Quando sarà finito sarà “bellissimo perdersi in questo incantesimo”. Intanto c’è chi suda, chi lotta, chi scappa, chi sta sul divano e chi inonda facebook di foto positive. Nina è forse ancora a Trastevere mentre Daniela lavora in Ospedale e Giandomenico ogni volta che torna le dice << è sempre tardi quando tornerai>>. Due buoni compagni di Viaggio non dovrebbero lasciarsi mai anche quando Giovanni che nella vita ha fatto il pompiere di paura non ne ha dice << devi tornare a casa>>. Non si torna mai indietro, nemmeno per prendere la rincorsa papà. Bisogna sempre arrivare ad un punto in cui si può andare solo avanti. La notte è appena iniziata ma dobbiamo restare uniti e rimanere sempre due marinai. In qualunque notte stellata ed in ogni tempesta. Il Covid -19 o Coronavirus (diamogli un nome anche simpatico giusto per esser ancora più imbecilli) è un nemico invisibile. Quando arriva però è devastante. In molti casi. E non serve piangere di paura in latteria come faceva Nina perduta nel rifugio sotto casa sua. Milano è troppa avara e non ci ascolterà. Dal sogno all’incubo. Il sogno era quello dell’ Atalanta e della città di Bergamo che s’è infranto proprio sul più bello e forse ha scatenato anche in parte l’inferno. Il nastro si riavvolge a mercoledì 19 Febbraio. Scritto ora sembra anacronistico. Il Covid è già parte di noi. Quaranta mila bergamaschi si spostano a Milano e festeggiano il 4-1 dei ragazzi del Gasp contro il Valencia in una notte forse irripetibile per la squadra, e per la città. La gioia per i goal di Hateboer, Ilicic e Freuler è come una maledizione. Non lo sapremo mai, ma quella notte forse ha contribuito alla diffusione virale per la città orobica e la sua provincia. A Brescia sono ultimi in classifica ed i casi sono tanti comunque. La ricerca del colpevole e delle relative colpe va avanti negli esseri umani dalla notte dei tempi. Il calcio si interroga su fallimenti, decurtazioni e ripartenze ma nulla potrà più essere come prima. Tra qualche anno si ma ci vorrà un po’. In tanti hanno aperto gli occhi. Il Covid ha fatto emergere altre priorità. Forse i ragazzini d’ora in poi chiederanno un autografo ed una foto ad un virologo e non più a Diletta Leotta. Forse invece si spendere 200 euro per un biglietto c’è chi farà una donazione per avere un respiratore in più. Forse quando in autostrada un camionista ci lampeggerà con i fari non gli faremo più mosse ma lo ringrazieremo per aver portato pane, latte e medicinali. Forse quando tutto sarà finito lo Stato dovrà dare la caccia ai malfattori come ora la sta perpetrando verso Marco che a 17 anni fugge per dare un bacetto alla sua morosetta. Come se fosse l’ultimo. Il lasciapassare non è bastato ma l’ Amore è passato. Del resto chi può separare Anna e Marco ? Higuain, scaltro come una faina d’aria di rigore, è scappato e Peppino che guida il suo tir in giro per il Belpaese è rimasto per noi. Tanti insegnanti la notte dell’8 Marzo sono scappati verso il Sud rischiando davvero di far dilagare la pandemia. Il gioco della vita è così. I personaggi in cerca d’autore sono tanti e mentre Giuliana lavora in cassa al supermercato con mascherina e guanti c’è chi canta Azzurro dal suo sesto piano grazie all’ascensore riparato che va su grazie all’ aggiusto di Alberto. Che ci sarà da cantare poi…Meglio conservare il fiato che ci resta. L’importante è solo respirare adesso come dicono medici, infermieri ed operatori nei reparti. Non si può fermare tutto, ma a volte arrendersi non significa gettare la spugna ma prendere coscienza. Prima o poi torneremo a vivere. La notte finirà. Dentro ad un libro di Liala, che scriveva proprio da queste parti, la serenità. Ed incontrarlo lui che viene da lontano, probabilmente è stato l’unico regalo. Crediamo ancora all’Amore perché avrà gli occhi tuoi.