Analisi tattica: La solitudine dei numeri 9

Giovanni Bazzano 23 marzo 2015 0 4.816 Visite Totali
Analisi tattica: La solitudine dei numeri 9

la partita di Sabato sera, contro il Cagliari, ripropone le tematiche ed i dilemmi sollevati nelle settimane scorse. Il risultato, 3-1, copre solo in parte le carenze di una squadra ancora priva di una reale dimensione  tecnica. Honda a destra non è un esterno di ruolo. L’attuale condizione atletica non aiuta il giapponese che fa il suo con abnegazione ma vuole sempre la palla sui piedi, non attacca la profondità e non mette mai in difficoltà il suo diretto avversario. Nota positiva della serata il fatto che si è visto un Milan giocare a ritmi discretamente alti per una buona mezz’ora del primo tempo. Il pressing alto del Cagliari e il mancato supporto in fase difensiva dei loro esterni alti, permetteva ad Abate e Antonelli di creare superiorità rispettivamente con Honda e Menez.

Mexes si rende protagonista di una buona partita, macchiata in minima parte da un paio di palloni persi che però è lui stesso a recuperare. Incredibile con che tranquillità e con che rendimento sia tornato dalla squalifica dell’Olimpico. Altrettanto singolare il fatto che sia riuscito a tornare titolare dopo essere stato, di fatto, messo fuori rosa per due volta in neanche una stagione. Capitolo Menez. Il Francese è croce e delizia di questo Milan, in questo caso sicuramente delizia. 15 reti in campionato non possono passare inosservate, ma il suo rendimento in un contesto diverso e meno dipendente da lui è tutto da valutare. Da rivalutare, invece, sono i commenti su Marco Van Ginkel. Partita di sostanza senza strafare ma rendendo semplice ogni giocata. Non sarà un fenomeno, ma giocare un calcio semplice è la cosa più difficile del mondo.

Inzaghi, ex numero 9, è ormai lasciato a se stesso. Il suo finale di stagione, comunque vada, non gli consentirà di allenare il suo Milan anche la prossima annata. Ed è strano che, proprio lui, abbia trascurato e messo in cattive condizioni di gioco i due numeri 9 della stagione rossonera. Fernando Torres, prima. Mattia Destro, poi. Due nove mal gestiti da un mister che in realtà, avrebbe dovuto capirli e tutelarli più di tutti. Invece no. Al Milan, sia in campo che in panchina,  i numeri 9 soffrono di solitudine.